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Quando i testi standard uccidono l’attenzione

Il ricorso a testi standardizzati è diventato la norma in ambito istituzionale e aziendale. Modelli preimpostati, formule consolidate, strutture replicate garantiscono uniformità e velocità, ma spesso generano un effetto collaterale sottovalutato: la perdita di attenzione. Un testo può essere formalmente corretto, completo e conforme, ma non avere appeal. Quando l’utente riconosce subito uno schema già visto, l’attenzione cala prima ancora di entrare nel vivo del contenuto. È qui che il copia-incolla diventa un problema comunicativo.

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Ripetere senza ripetersi nella comunicazione digitale

Dopo 24 ore, online, un contenuto è già datato. Il ciclo di vita di un messaggio si consuma in fretta: ciò che oggi è visibile, domani è già scivolato fuori dalla timeline, sommerso da notifiche, aggiornamenti e nuove priorità. Comunicare una sola volta non basta. Pena: essere visti da una limitata percentuale del pubblico potenziale. La continuità è quindi una necessità strategica: se le persone sono quotidianamente esposte a migliaia di stimoli, è fisiologico che un messaggio debba presentarsi più volte, in momenti e forme differenti, per radicarsi davvero nella memoria di chi lo riceve. Ripetere, in questo senso, non è un difetto di stile: è il modo in cui la comunicazione si costruisce nel tempo.

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Come rendere leggibili i testi nell’era della distrazione?

La maggioranza dei lettori scorre le righe, non legge approfonditamente. Gli studi sui comportamenti digitali mostrano che, davanti a newsletter, siti istituzionali o report, l’occhio salta da un punto all’altro alla ricerca di segnali istantanei. Se un testo non offre appigli visivi o una struttura chiara, l’attenzione si disperde e il messaggio si indebolisce. Scrivere, quindi, non consiste solo nello scegliere le parole giuste, ma anche nel creare un percorso che faciliti chi non può leggere da cima a fondo (un principio che guida molte delle scelte editoriali di MOOV Comunicazione).

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Chiarezza strategica per comunicare un progetto in 30 secondi

Saper raccontare un progetto in 30 secondi non è una gara di sintesi, ma una prova di strategia. Significa saper scegliere cosa dire (e cosa lasciare fuori) per costruire una narrazione chiara, ordinata e memorabile. Nei contesti istituzionali, dove i progetti coinvolgono amministrazioni, enti, partner, fondi e stakeholder, il rischio è quello di perdersi nei dettagli tecnici e dimenticare il quadro d’insieme.

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L’importanza non solo del cosa ma del quando comunichi

Nel settore della comunicazione, il quando è spesso sottovalutato. Si fa attenzione a scegliere parole, canali, visual, ma raramente si ragiona sulla dimensione temporale: quando un messaggio deve essere detto, quanto deve durare e quando deve essere lasciato sedimentare. Eppure, il fattore tempo incide fortemente, quanto il contenuto stesso. Un messaggio precoce rischia di passare inosservato, uno tardivo arriva quando l’attenzione è già altrove.

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