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Come rendere leggibili i testi nell’era della distrazione?
Autore: MOOV Comunicazione lunedì 17 novembre 2025
La maggioranza dei lettori scorre le righe, non legge approfonditamente. Gli studi sui comportamenti digitali mostrano che, davanti a newsletter, siti istituzionali o report, l’occhio salta da un punto all’altro alla ricerca di segnali istantanei.
Se un testo non offre appigli visivi o una struttura chiara, l’attenzione si disperde e il messaggio si indebolisce.
Scrivere, quindi, non consiste solo nello scegliere le parole giuste, ma anche nel creare un percorso che faciliti chi non legge da cima a fondo (un principio che guida molte delle scelte editoriali di MOOV Comunicazione).
La lettura selettiva riguarda tutti
La lettura selettiva è un adattamento evoluzionistico. Siamo immersi in un ambiente informativo saturo, dove quotidianamente convivono comunicazioni urgenti, testi tecnici, notifiche brevi e richieste continue di attenzione. Per evitare il sovraccarico cognitivo, la mente filtra, sceglie, scorre.
Testi troppo compatti, privi di respiro o costruiti senza gerarchie visive diventano allora difficili da affrontare. Chi legge cerca indizi: un titolo chiaro che anticipi il senso, un passaggio evidenziato che aiuti l’orientamento, un cambio di ritmo che segnali i passaggi fondamentali.
Senza tali elementi la comprensione rallenta, e molte informazioni rischiano di non arrivare.
Tecniche di scrittura che facilitano chi scorre
Per rendere leggibile un testo bisogna anzitutto progettare i contenuti.
Titoletti precisi, accenti visivi ragionati e paragrafi brevi creano un percorso che permette al lettore di capire facilmente dove si trova e cosa sta leggendo.
Anche l’evidenziazione è importante: non deve decorare, ma guidare.
Un concetto chiave messo in risalto, un cambio di tono al momento giusto, un’apertura di paragrafo che anticipa il senso generale: sono minuziosità che rendono un testo continuo un contenuto che si può “navigare”.
Per MOOV, questi accorgimenti non servono a imbellettare il testo: sono strumenti cognitivi che riducono lo sforzo e aumentano la comprensione.
Adattare testi istituzionali e report al modo reale di leggere
C’è ancora l’idea, nel panorama istituzionale, che un testo fitto equivalga a serietà. È un retaggio culturale che generalmente penalizza la chiarezza.
La qualità di un documento dipende dalla sua capacità di essere consultato facilmente, non dalla quantità.
Per questo, nei report e negli avvisi è buona pratica accompagnare la narrazione con segnali visivi: brevi sintesi introduttive, paragrafi che mantengono un solo concetto, riferimenti che permettono di tornare rapidamente alle informazioni principali.
Anche la disposizione dei dati agevola la comprensibilità: una tabella leggibile o una frase chiave evidenziata possono fare la differenza tra un’informazione colta al volo e una persa.
Scrivere per chi legge tutto significa non farsi capire da nessuno
La scrittura efficace oggi deve parlare a un lettore reale: impegnato, distratto, mobile. Ignorare questo dato di fatto significa costruire testi corretti ma inefficaci, densi ma poco fruibili.
Scrivere pensando a chi scorre è un atto di responsabilità. Vuol dire costruire messaggi che arrivino anche quando il tempo è poco e l’attenzione è vulnerabile.
Come ricorda MOOV Comunicazione, se un testo non viene letto, non comunica. E il metro della buona comunicazione è quanto viene capito, non detto.